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Miracolo ? 1


di iltiralatte
04.11.2023    |    3.095    |    2 7.2
"Lo stesso fece il padre di Azzurra e quei soldi, uniti ai tre anni di guadagni che Azzurra aveva parsimoniosamente risparmiato ci consentirono l’acquisto di..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Omar
Me lo diceva la mamma che se avessi studiato la vita mi avrebbe arriso.
Ed ora eccomi qui, neodiplomato in lingue.
Conosco alla perfezione Francese, Inglese e Tedesco.
E l’Italiano? Beh, quello un po’ meno. Non sono l’Alighieri ne D’Annunzio e so che la mia lingua madre è una delle più complesse e difficili del mondo, tuttavia non mi lamento troppo: su centomila vocaboli ne governo almeno ventimila. Se penso che in media la gente ne usa si e no tremila posso immeritatamente ritenermi un genio.
Ho 19 anni, come si usa dire sempre anno e classe e sono innamorato cotto di Azzurra.
Chi è costei?
La mia insegnante di Tedesco.
A metà anno Frau *****, la titolare della cattedra, ha pensato bene di ricoverarsi in ospedale così, tanto per fare un figlio e si è fieramente opposta alla nostra proposta di allattare il sopraggiunto in classe.
La direzione didattica è stata quindi obbligata a scegliere una supplenza e così ci siamo visti capitare in classe una pin up bionda che sembrava a tutti noi avesse gli attributi adatti a farne la nostra donna.
Azz “Ich heiss Azzurra”
Così si presentò la fanciulla alla classe e, con queste semplici parole scatenò una guerra tra tutti quei neo uomini cogli ormoni alle stelle.
Di una vera e propria guerra si trattava, senza esclusione di colpi, leali o a tradimento, ma alla fine emerse un vincitore: io!
Azz (dalla cattedra) “Preposizioni che reggono il dativo: aus. aussen, bei … imparatele a memoria, poi vedremo cosa significano.”
Ed io, nel breve tempo che mi rimaneva dalla difesa della mia donna eseguivo i suoi ordini ed imparavo.
Non era solo bella, aveva una bocca dolcissima. Quando la baciavo non avrei voluto staccarmene più.
Colta, spiritosa, intelligente era un coacervo di tutte le buone qualità ma aveva un solo grossissimo difetto che mi proibiva di presentarla ai miei genitori: aveva 5 anni più di me.
Mio padre soprattutto insisteva: “Un uomo deve essere più vecchio della sua compagna. Lei al suo interno ha un orologio biologico. Tra qualche anno andrà in menopausa mentre tu sarai ancora giovane ed attivo, ed allora che farai? Cambierai moglie?Non hai mai fatto caso che le donne non mestruate fanno schifo agli uomini che non le scopano più?”
E via con altre baggianate del genere.
Ci impiegammo un anno ad ottenere che non si opponesse più alla giovane nuora e, non appena ottenuto il suo consenso corremmo a sposarci prima che lui cambiasse idea.
Mio padre sacrificò la sua liquidazione. Lo stesso fece il padre di Azzurra e quei soldi, uniti ai tre anni di guadagni che Azzurra aveva parsimoniosamente risparmiato ci consentirono l’acquisto di una villetta a schiera con un minuscolo giardino che divenne la nostra casa ed il nostro nido d’amore.
Come volgarmente sottintende la grossolanità popolare, per un anno ci demmo dentro, ma bambini nulla.
Io “Non fasciamoci la testa prima di averla rotta.”
Le dissi un giorno:
Io “Siamo giovani e forse è solo un po’ di stress. Cerchiamo di calmarci un po’, poi, se non adotteremo precauzioni, prima i poi sicuramente incinta ci resterai.
So che a te piacciono gli animali. Perché non precediamo il bimbo? Possiamo fare in modo che quando arriverà sarà accolto oltre che dai suoi genitori anche da un animale domestico: che so? Un cane ad esempio. Io sono convinto che un bambino debba crescere assieme ad un animale … Questo oltre ad intrattenerlo lo responsabilizzerebbe e gli farebbe capire di non essere l’unico abitante del pianeta.”
Invece di rispondermi Azzurra corse ad abbracciarmi fortemente ed a baciarmi con passione. Quella notte non riuscimmo a concepire l’erede ed ancora non ne capisco il perché.
Il giorno dopo mi presentai a case con un batuffolo abbaiante che sarebbe divenuto una pastorella dei Pirenei.
Nonostante i cartoni animati sapevo che quel cane, di indole naturalmente docile, non sarebbe mai diventato pericoloso per nessuno se non per le zuppe che gli somministravamo.
Sarebbe rimasto di dimensioni estremamente ridotte, quindi non avrebbe avuto problemi di ambientamento ovunque avessimo deciso di trasferirci e sapevo che era estremamente intelligente cosa che avrebbe facilmente consentito ad un cane da lavoro di trasformarsi in cane da compagnia,
Il cane ci piaceva: io ed Azzurra quando eravamo a casa vivevamo in sua adorazione e poi, di notte, continuavamo ad impegnarci per fargli ottenere un padroncino.
Questo per i primi tre giorni.
Dal quarto cominciai a dare segni di raffreddore, la faccia mi si arrossò, gli occhi mi divennero cisposi.
Temendo di avere una malattia contagiosa abbandonai il letto coniugale e mi trasferii su una branda di fortuna posta nella camera del futuro bambino.
Due giorni più tardi mi pareva di essere sul punto di scoppiare.
Corsi all’ospedale.
Li ebbi la fortuna di trovare un medico capace che diagnosticò senza problemi la mia malattia: una semplice allergia. Mi trattenne una notte e al mattino, tutti i miei sintomi erano spariti.
Qui temevo di dover intraprendere un calvario per identificarne le cause, ma in questo caso fui fortunato
Uno dei test che mi avevano applicato alla pelle risultò immediatamente positivo: io ero uno dei rarissimi esemplari del genere umano allergico al pelo del cane.
Il ridicolo era che lo stesso esame fatto coi peli di un gatto, normalmente causa di allergie per tutti. fu assolutamente negativo. Ero un uomo che funzionava al contrario di tutti gli altri.
L’addio alla cucciolina fu straziante. Per ore la coccolai stringendomela al petto infischiandomene del suo effetto su di me.: mi sembrava di perdere un figlio, ma alla fine dovetti cedere.
Consegnai finalmente il cane ad una persona che aveva promesso di occuparsene senza riuscire a trattenere le lacrime..
Eravamo punto e a capo.
Azz “Ci penso io caro! Anche a me è spiaciuto liberarmi del cane.”
Ed il giorno successivo la vidi arrivare a casa con un trasportino da cui uscì quell’animale creato da Dio perché l’uomo potesse provare l’emozione di accarezzare una tigre: uno splendido gatto.
Azz “Ti presento Toldo.” Disse semplicemente.
Nuovamente avevamo qualcuno da amare ma un gatto non è un cane,
Dove la cucciolina si affidava totalmente e ciecamente a noi il gatto reclamava la sua indipendenza.
Dove il cane non si staccava mai dal pavimento. Il gatto, con agili balzi, correva esplorando tutti i mobili. Dove il cane accettava le punizioni docilmente il micio combatteva,
Lui non era una nostra proprietà: noi eravamo la sua.
Una volta chiariti i fatti, almeno tra noi e Toldo, le cose iniziarono a filare lisce.
Non altrettanto si poteva dire dei gatti del vicinato.
Toldo iniziò e concluse lotte sanguinose con loro, a volte vincendole, altre perdendole ma sempre poi ricorrendo a noi per farsi curare le ferite che non bastava si leccasse.
Un giorno Toldo tornò a casa ferito e sanguinante.
Gli pulii le ferite poi, constatato che non erano gravi, lo lasciai libero di tornare a procurarsene altre, ma lui si limitò ad entrare nel suo trasportino che avevamo comunque adibito a cuccia.
Azzurra sopraggiunse proprio mentre lo lasciavo libero.
Azz “Come puoi lasciarlo libero? Non vedi che non si regge sulle zampe?”
Io “Ma no cara: una dormita e tornerà come nuovo
Azz “Sei proprio insensibile Omar. Chiuse il trasportino col micio dentro e si avviò alla macchina.
Azz “Lo porto dal veterinario, non aspettarmi.” Mi comunicò.
Senza attendere risposta caricò il micio in macchina e partì,

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.




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